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Un antico casale si trasforma in uno spazio contemporaneo

Non solo uno spazio nel verde, ma un passaggio di storia; non solo la testimonianza di quello che era un tempo la villa, ma di quello che aspira a diventare un progetto unico e coraggioso sostenuto da istituzioni, associazioni e cittadini. Recuperare la bellezza attraverso un’azione partecipata. Un progetto di valorizzazione per utilizzare pubblicamente gli spazi del Casale e attivarvi una rete di competenze, energie, risorse e associazioni che nel loro insieme funzionino come moltiplicatori di culture, relazioni, scambio e condivisione.

Nato da una partecipazione condivisa che ha messo insieme una grande cooperativa culturale con un’impresa sociale specializzata in progetti dal basso, di cui fa parte un gruppo di professioniste cittadine del quartiere di Monteverde, il Consorzio Casale dei Cedrati ha cominciato ad operare nel 2015. Risultato vincitore nel 2013 di un bando pubblico lanciato dal Comune di Roma, ha avuto in concessione e restaurato il prestigioso Casale dei Cedrati nel cuore più antico del Parco di Villa Pamphilj. Dopo pochi mesi di apertura e di intensa partecipazione cittadina, a febbraio del 2016 il progetto è stato interrotto e il Casale chiuso. In seguito a una vicenda amministrativa che si è conclusa positivamente, la concessione è stata riconfermata al Consorzio.

Oggi, in una rinnovata collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali e l’Assessorato all’Agricoltura e all’Ambiente del Comune e d’intesa con il XII Municipio, il Consorzio si è reso disponibile al riavvio della gestione degli spazi e delle aree verdi circostanti e sta velocemente portando a termine il ripristino dei luoghi deteriorati dagli anni di chiusura e di abbandono. Il progetto di valorizzazione del Casale dei Cedrati si inserisce nella storia e nel contesto artistico e ambientale che caratterizza la più grande villa romana, coniugando il rispetto architettonico e paesaggistico con una proposta innovativa di rigenerazione culturale e ambientale degli spazi. Il piano di recupero del Casale si propone una visione culturale contemporanea, rendendo il luogo polivalente, un “posto da vivere” in modo informale, esempio di una nuova percezione del rapporto tra persona, spazio e natura. Il progetto è partito dalla specificità della posizione del Casale, poggiato all’Acquedotto romano Paolo Traiano. La posizione è emblematica dell’antica vocazione agricola, in quanto edificio di servizio, stalla e rimessa del Giardino dei Cedrati dei Pamphilj quando agli inizi del XVI secolo molte famiglie nobili romane costruivano, lungo i principali assi consolari, grandiose ville suburbane. Il Casale dei Cedrati e l’annesso Giardino o Cedrara sono nati lungo due assi portanti: la “via d’acqua“ rappresentata dall’Acquedotto Paolo Traiano e la pars fructaria della villa, destinata alla coltivazione e alla produzione agricola, trasformatasi poi attraverso successive rielaborazioni sette-ottocentesche in giardino “luogo di delizie”, ricco di cocchi ombrosi, limoni, aranci e melangoli. Il progetto di recupero del Casale rappresenta quindi una doppia sfida: sottrarre al degrado e rianimare in modo partecipato uno spazio urbano e immaginarne un riuso contemporaneo che estenda la sua natura di spazio “storico” di pregio. La nostra visione parte dalla funzione di cerniera tra la campagna, la villa e la città che ha caratterizzato nel tempo il Casale, attualizzandone il significato nel segno di un nuovo rapporto con il verde urbano. Questo nuovo rapporto diventa una possibilità di condivisione di esperienze culturali, ambientali e artistiche che permette ai visitatori di vivere la villa come avamposto “verde” in senso lato in città. Percorsi di conoscenza e divulgazione del parco e delle strutture storiche dell’area, come l’Acquedotto romano, le Serre, il giardino storico dei Cedrati, mediante anche eventuali ricostruzioni virtuali, ma soprattutto attraverso una fruizione diretta nelle forme contemporanee della cura e della partecipazione dei cittadini all’ambiente in cui vivono.